Tanto si parla dello scatto “rubato”, della fotografia spontanea, quasi fosse più vera; sono in molti ad avere paura di piazzarsi al centro di uno spazio vuoto, il set fotografico, di fronte a me. Molti considerano la posa come finzione.
Io non faccio differenze, per me una fotografia è comunque sempre un atto creativo; non siete “voi”, è l’immagine di voi ed in questo senso potremmo aprire capitoli interi discussione su quanto sia reale o meno. É sempre qualcosa che prima…non c’era. Che stiate posando o meno, ne scaturisce comunque sempre qualcosa di nuovo: la fotografia, che sono lieta di affidare alle vostre mani e al tempo.
Che vi sentiate più a vostro agio senza guardare dentro la fotocamera, o che decidiate invece di puntare dritto lo sguardo a me, che siate coscienti che qualcuno vi sta fotografando o vi sentiate più autentici se ripresi a vostra insaputa, poco conta dal mio punto di vista, quello della fotografa: per me si tratta solo di adeguare la tecnica, conscia dei risultati diversi solo sotto il profilo formale.
Queste due foto, ad esempio.
Quanti metri quadrati compongono un set fotografico? Pochi. Nonostante LuisaLab abbia tanto spazio in sala posa, il centro della scena si focalizza in due, massimo tre metri quadri. Voi, una luce (a volte davvero ne basta una soltanto), io.
Questo era lo spazio per Laura e Davide, già “miei” sposi, che hanno scelto la fotografia posata in studio, per realizzare immagini di loro in un periodo straordinario: l’attesa di diventare genitori. Lo stesso spazio, lo stesso outfit, per la foto con il loro piccolo Alessandro appena nato.
La potenza della fotografia posata nel raccontare una storia è qui, da vedere.